di Mario Cardinali
Come cambiano le scale dei valori! Un tempo era l’appellativo di “fascisti” ad indicare quanti s’opponevano da destra alla democrazia del dopoguerra, anche nei governi.
Oggi è l’appellativo “comunisti” (anche nella variante “zecche comuniste” come nel 2001 urlavano nella scuola Diaz i poliziotti del vicepresidente del Consiglio Fini nel massacrare di manganellate i dimostranti contro il G8 di Genova, e nel torturarli nella caserma di Bolzaneto, come poi lamentò anche la Corte Europea dei diritti dell’uomo denunciando una vera e propria “sospensione della democrazia”) il marchio dei tempi nuovi, invero già cominciati con lo sdoganamento di Alleanza Nazionale nel primo governo Berlusconi del ’94 e infine esplosi ora col governo Lega/Cinquestelle.
Col gridato disprezzo per i “comunisti” appaiati anche ad altre “delinquenze”….
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