di Mario Cardinali
L’antefatto
Venuta a Livorno per un comizio elettorale in un popolarissimo e multietnico quartiere tradizionalmente antifascista, la leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni è stata accolta da grida ostili (“razzista”, “fascista”, “fuori di qui”) e parecchi sputi, con prudente “fuga” dalla città e grande scandalo sui media nazionali. Le conseguenti indagini di polizia, non ancora concluse, hanno intanto portato alla denuncia di 21 persone per impedimento o turbativa di una riunione di propaganda elettorale.
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Ma c’è di più. Pare difatti che la Dìgosse, in più attento soprallogo sulla scena der crimine, abbia trovato sur serciato significative tracce non sortanto di normali sputi ma anche di quarche scaracchio.
Ma no scaracchi alla vai e vieni, tipo quando ciai ‘r raffreddore e un po’ di catarro lo devi spurgà, che quarcuno magari ti dice popò di maiale lèvati di ‘ulo, vai a scaracchià dar budello di tu’ ma’.
No no, scaracchi “di corposità eccezionale”, dice ‘r rapporto dell’inquirenti, “atti a offendere …
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