di Mario Cardinali
Un tiro al piccione. Un infame tiro al piccione, un massacro d’inermi senza più scampo.
Andate a sud, e loro vanno a sud. Tornate al nord, e loro ci tornano, nuova lunga teoria di sventurati in marcia, senz’acqua, senza cibo, senza medicine, senza un’ultima speranza d’una meta vera, quadri viventi d’un museo dell’apocalisse.
Andate a est, e ancora la colonne infami rifanno tende e accatastano masserizie. Andate a ovest, e vai di nuovo ancora, sempre in quell’eterna striscia di terra circondata dall’immenso muro dell’apartheid, quell’antichissima Gaza palestinese che dopo il massacro infame anch’esso del 7 ottobre ’23 le truppe d’Israele hanno infine raso al suolo e al sottosuolo. E su quell’angusta striscia fra rovine e mare i soldati di Netanyahu li aspettano, i piccioni umani, li incalzano, gli sparano, li cannoneggiano, li bombardano, gli bloccano gli aiuti alimentari e sanitari delle organizzazioni umanitarie spesso bombardate anch’esse, ne fanno carne da macello a decine di migliaia, uomini e donne, grandi e piccini. I piccini specialmente, rinchiusi al modo antico in bianchi sudari, in abbracci d’angoscia stretta stretta di padri e di madri, le madri senza più lacrime, inebetite di sofferenza muta.
Una mattanza che non finisce più, nella Gaza da consegnare ora all’alleato Trump per le sue speculazioni immobiliari, così vomitevolmente presentate in tempestiva pubblicità pro domo americana, coi morti ancora caldi in tavola e il sadico presidente Usa a ballarci intorno con quell’altro bel rappresentante dell’America d’oggi, il Musk del filonazismo portato anche sulle stelle.
Una carneficina feroce, spietata, voluta, cercata, attuata giorno dopo giorno da un’accozzaglia di governo capitanata da un ex militare processato all’Aja per crimini di guerra proprio per lo sterminio dei gazawi, con ministri d’un ebraismo fanatico promotore di eliminazione dei palestinesi per fame e malattie, non bastassero le bombe, fautori d’una Israele sempre più grande con le terre palestinesi occupate a mano armata dai coloni ebrei.
E il mondo molto, troppo spesso muto e complice nel silenzio e nello sminuire o addirittura tacitare l’infinita strage israeliana nelle cronache di stampa e di televisione, giornalisti e opinionisti tutti invece insorti a una voce sola contro quell’altro assassino, il russo Putin, per i 34 civili ucraini, bimbi compresi, ammazzati da due missili nella domenica delle palme. Crimine di guerra anch’esso, con la guerra che essa stessa è un crimine, ma in Medioriente l’infinita indisturbata strage di Gaza pare proprio voler essere tutta un’altra cosa, se la compie l’Israele prezioso baluardo atomico di civiltà occidentale.
Ché quelli di Gaza, infine, son solo dei palestinesi.
