di Mario Cardinali
Loro lassù, divisi o accumunati in variegate bande a scannarsi per le poltrone con i connessi affari, e noi quaggiù, a sentirci dire che lo fanno “per il bene del paese”. In un assortimento di precisazioni che va dal “lo facciamo per gl’italiani” (versione nazionalmelonsalviniana per escludere magari così gl’immigrati) a “lo facciamo per i cittadini” (versione centroliberalmoderata a rievocare magari così certi appellativi francorivoluzionari).
Talvolta qualcuno dice ancora che lo fa “per il popolo”, ma lì viene fin troppo facile la classica abbinata “popolo bue”. E poi ormai di popolo, populismo e populisti si riempiono tutti la bocca, magari a denigrarsi l’un l’altro nelle arene televisive, popolo e populismo essendo divenute parolacce offensive, e a te che del popolo sei ti par d’essere una merda (…)
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