10.9 C
Livorno
Home Articoli Come montare sulle pecore senza farle belare

Novità librarie

Come montare sulle pecore senza farle belare

È sortito l’altro giorno, del noto sessuologo Piero Frapeli, l’attesissimo saggio sul tema “Come montare sulle pecore senza farle belare“.
Nato in quel di Pisa dalle parti di Cascina, dove già fin da piccino rivelava la sua propensione al sesso d’élite masturbandosi nascosto negli artistici armadi concepiti dal genio dei locali artigiani del legno, l’autore ha poi frequentato le elementari in Maremma e i pascoli in Valdichiana, dandosi fin d’allora all’osservazione delle pecore di passo, mentre quelle stanziali le guardavano gli altri.
Dotato di viva intelligenza e di fulgida attenzione, il giovane Frapeli s’accorgeva che le povere bestie, quando i loro padroni montavano loro  addosso, tendevano a belare senza ritegno e qualche volta anche senza le mutande, non loro ma i padroni, oppure coi pantaloni calati a guisa di quanto altri studiosi avevano già visto fare in Sardegna perfino con qualche mulo, non fatto aggiaccare a mo’ di vacca ma arrivandogli sul dietro dall’alto d’un panchetto o pigliando la rincorsa per il salto, col risentito raglio della bestia quando la mira non faceva centro o coi moccoli del pastore quando i pantaloni calati impigliavano rovinosamente la manovra.
Dopo ripetute osservazioni e puntuali annotazioni, il Frapeli provava infine lui stesso a montare sulle pecore di passo, facendole prima debitamente rallentare e infilandogli poi geniale la testa in una scarpa, col tipico sistema usato un tempo dai preti con i gatti. Ma mentre i gatti soffiano cercando di scappare, le pecore invece – ci assicura il Frapeli nel suo illuminante saggio – non potendo soffiare tendono a stare zitte, così subendo in prono silenzio l’atto del padrone.
Unica accortezza – precisa il Frapeli con arguta malizia – è di adoperare una scarpa bella grossa, del quarantotto o quarantanove a dir pochino, sennò la testa alla pecora non gli c’entra e ci può anche soffocare, e allora sì che li senti gli Amici delle Bestie, bisognose certo di sentirsi amate ma con la dovuta tenerezza.
Mario Cardinali

I più letti

Barzellette scritte e disegnate

Un maresciallo de’ ’arabinieri è a r compiùte a scrive’ ‘na mèil. «Al Comando dell’Unità Cinofila Carabinieri, Roma. Si prega di mandare a questa stazione...

Falso invalido

Trombava coll’uccello moscio

Dopo 'r ceo che vedeva la Madonna, dopo 'r sordo che sonava a orecchio, dopo 'r monco che si faceva le seghe con du'...

LA LOCANDINA DI MAGGIO 2016

La nuova locandina del Vernacoliere di Maggio 2016

La nuova App del Troio

di Andrea Camerini
Articoli correlati

AMERICA DI NOVO GRANDE!                
Parla l’omo più potente der mondo

TRAMPE: A ME MI SI RIZZA SEMPRE!

È la mi’ moglie
che ’un ci crede!

Scandalo Cultura    
Quando il Culo è di Destra   

UN BUCO FRA I FRATELLI! Sconcerto nella Base: Ma vedrai ce n’è più d’uno!

Ultimora:
UNA BUCA ANCHE
FRA LE SORELLE?

TOGHE ROSSE
GIUDICE
MANGIA BIMBO
e confessa:

SONO COMUNISTA!

Sarvini:
MA LO DICEVO IO!

L'editoriale - Senza peli sulla lingua

COL MANGANELLO E LE BOMBE A MAN

Allarme der
Papa Preti pedofili

GENITORI, OCCHIO A DON RANDELLO ’R PRETE CHE BENEDICE COLL’UCCELLO!

E a quarche bimbo nielo
sbatacchia anche sur cervello!