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L'editoriale - Senza peli sulla lingua

LA CONSIP
E LO SCANDALISMO

di Mario Cardinali

Non c’è rimedio, noi italiani siamo inguaribilmente scandalisti. Il popolo soprattutto, la gente cosiddetta comune, quella che nel mondo di sotto, per il solo fatto di doversi sgropponare da mattina a sera, pensa di avere il diritto d’inventare i peggiori scandali appena qualcuno del mondo di sopra, che da mattina a sera non si sgroppona, viene accusato dalla solita giustizia politicizzata d’aver commesso le solite fantomatiche furfanterie.
Te piglia la Consip, ad esempio. Ovvero la principale Centrale acquisti della Pubblica Amministrazione italiana con in mano l’assegnazione dell’appalto più grande d’Europa (2,7 miliardi), Consip un cui dirigente ha ammesso d’essere stato retribuito dall’imprenditore campano Alfredo Romeo, arrestato quindi per corruzione, con altre dichiarazioni che hanno portato all’accusa di traffico d’influenze per Tiziano Renzi, padre dell’ex premier Matteo, mentre il renzianissimo ministro Luca Lotti e due alti generali dei carabinieri sono inquisiti per rivelazione di segreto a favore dei vertici della Consip, avvisati  di alcune cimici messe dagli inquirenti nella sede della Centrale indagata e da lì subito sparite.
Inutili ovviamente le pronte smentite degli interessati, tutti ovviamente autoproclamatisi sereni e fiduciosi nell’attesa dei responsi giudiziari.
La gente, quel popolaccio qualunquista e magari anche populista, non aspetta…

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