23.1 C
Livorno
Home Articoli IL PROFESSORE LA SCUOLA E LA GUERRA

Senza peli sulla lingua Agosto Settembre 2025

IL PROFESSORE
LA SCUOLA E LA GUERRA

L’editoriale

di Mario Cardinali

Dal Piemonte

Caro Cardinali, sono un docente di scuola secondaria di secondo grado. Il 15 maggio abbiamo discusso in collegio docenti la mozione di adesione alla Campagna di Emergency di ripudio della guerra (ripudia.it).
  Alla campagna hanno già aderito centinaia di Comuni e oltre cinquecento scuole di ogni ordine e grado. Avevamo raccolto le firme di un terzo dei docenti e speravamo nell’approvazione.
  Prima della discussione e votazione è però intervenuta la dirigente dicendo: “La scuola non fa politica e non ritengo opportuno aderire”.
  Risultato? Non han votato a favore neanche tutto il terzo dei docenti che avevano sottoscritto la mozione.
  Mi è tornata in mente la frase di Mussolini: “Qui non si fa politica, si lavora”.
  Ora, se anche richiamarsi all’articolo 11 della nostra Costituzione e chiederne il rispetto è considerato di non competenza della Scuola, “Suma ben ciapà” (come diciamo in Piemonte).
  Le chiedo gentilmente di omettere i miei dati. Grazie. 

Lettera firmata

****

Due cose impressionano soprattutto in questa lettera, e son due cose che ben riassumono il clima sociale (in ogni senso, quello scolastico compreso) in cui stiamo sempre più soffocando, ogni giorno di più immersi in un’aria di pensiero unico fino a ieri in progressivo divenire, oggi già totalitaristica realtà. Sempre più fascisticamente intesa, quell’aria, come ben la fanno intendere le continue leggi e gl’incalzanti provvedimenti di governo ad opera dei postfascisti ora al seggiolone, e dei loro complici sedicenti liberal democratici di ieri e d’oggi, eternamente risorgenti in vecchi e nuovi partiti, vecchie e nuove mafie, sempiterne logge e imperiture clientele.

  Prima cosa, delle due di massima impressione nella lettera, è la richiesta d’un professore di scuola di Stato di restare anonimo nella sua denuncia pubblica d’uno spregio alla Costituzione addirittura rivendicato da un dirigente scolastico.

  A che punto siamo arrivati, se per ripudiare la guerra come la nostra massima Carta costitutiva sancisce a garanzia di pace e di fratellanza umana, nello spirito repubblicano della nuova comunità risorta dalle macerie del fascismo, un docente di primario compito sociale chiede la protezione dell’anonimato nella denuncia d’un’offesa a quello spirito repubblicano, a quella Costituzione antifascista?

  A che punto siamo arrivati, se da un non molto lontano grido “Viva l’Italia antifascista” lanciato dal loggione della Scala e subito perseguito dall’occhiuta identificazione poliziesca dell’incauto urlatore, giungiamo oggi al timore – e perdio fondato – d’un professore di pubblica scuola d’aver grane e occhi inquisitori addosso per aver aderito in ambito scolastico al ripudio della guerra, aver cioè “fatto politica” in un ambiente dove già Mussolini aveva incitato alla formazione di giovani fascisti in fiera bellica endiadi di libro e di moschetto, non di giovani eversori d’ordine costituito, inermi apologeti d’imbelle pacifismo?

  E sorprende poi, come seconda cosa a farti cader le braccia in una più generale considerazione della triste faccenda denunciata nella lettera del professore pacifista, la sempre più accomodante reazione della cosiddetta sinistra – quella dell’opposizione di mestieranti dell’opposizione quando non ci son loro al seggiolone – alle manifestazioni sempre più incalzanti d’una deriva antidemocratica cui solo le parole d’uso s’oppongono oramai a far barriera, nella solita speranza che un po’ di sufficiente elettorato sempre tenga, anche alle prossime elezioni, a garantire il posto di democratica e ben retribuita compresenza, tutti insieme infine a compatire il popolo che poveraccio guarda lì, non ce la fa più a tirare avanti.

E menomale che c’è magari il papa, quello nuovo americano tutto bellino e beneducato, a ricordarci ogni due per tre questa benedetta pace che ci vorrebbe proprio, ad aiutare i poveri sul serio, magari aprendo le caserme come la Caritas apre i refettori, e lo sai cosa ti dico, quasi quasi la smetto di mandarceli i cappellani a benedire l’armi, che noi si sa che non son certo bombe per l’attacco ma soprattutto servono in difesa e quella come fai a non benedirla, te guarda l’Inter che finaccia ha fatto, come pure dobbiamo benedire tutti i miliardi nelle casseforti dello Ior che vuol dire Istituto per le Opere religiose e anche il commercio d’armi può essere un’opera religiosa se chi lo fa è mosso dalla fede, nella difesa in particolare.

  Ma te guarda dove si va a finire, se i professori si metton pure a scrivere ai giornali… E al Vernacoliere poi, po’ po’ d’ignoranti antifascisti antisemiti che se la prendon fissi anche con quel brav’uomo di Netanyahu, lui sì che è religioso a cercar di sterminarli tutti i palestinesi, i bimbi specialmente, che se li lasci crescere diventan tutti terroristi, mica come i nostri coloni che a loro gliel’ha detto Dio di buttarli fuori dalle loro case i palestinesi, e se li mandi all’altro mondo poi ci pensa lui a sistemarli.

  O non lo diceva anche la Bibbia, che chi cerca rogna si piglia anche la peste?

I più letti

Barzellette scritte e disegnate

Un maresciallo de’ ’arabinieri è a r compiùte a scrive’ ‘na mèil. «Al Comando dell’Unità Cinofila Carabinieri, Roma. Si prega di mandare a questa stazione...

Falso invalido

Trombava coll’uccello moscio

Dopo 'r ceo che vedeva la Madonna, dopo 'r sordo che sonava a orecchio, dopo 'r monco che si faceva le seghe con du'...

LA LOCANDINA DI MAGGIO 2016

La nuova locandina del Vernacoliere di Maggio 2016

La nuova App del Troio

di Andrea Camerini
Articoli correlati

EFFETTO DAZI
Aomenti esagerati

PIÙ CARO ANCHE L’ODORE DI TOPA!

Quello nostrale
costa ’r doppio anche
alla Còppe!

TEMPI DURI
Miseria perfino ’n Cielo!

ANCHE DIO VA ALLA CARITAS!

Menomale mangia pòo,
È TUTTO SPIRITO!

È un mago!

TRAMPE HA FATTO SPARÌ LA DEMOGRAZIA!

N’è bastato schioccà ’ diti
e schierà i marines nelle strade!

Senza peli sulla lingua Agosto Settembre 2025

IL PROFESSORE LA SCUOLA E LA GUERRA