di Mario Cardinali
La Shlain niel’ha detto a brutto muso, a’ candidati all’elezzioni, tutti riuniti a sentilla nella sede der partito a Roma.
– Compagni! – ha attaccato decisa.
– Compagni a chìe ?! – s’è risentito un pezzogrosso a volo, ner mentre vell’artri la guardavano com’a dire poverina. – Rimetti la sveglia, Elly, siamo ner dumilaventivattro, ‘un ce n’è più qui, di ‘ompagni!
– Ma veramente, – ha fatto ‘na voce spaesata ’n fondo – ci sarei rimasto io…
– Zitto te, putiniano! – subito vell’artri a guardallo storto. – E capace sei anche antisemita!
– Amici! – ha riattaccato lei piccosa. – Siamo qui no per letià ma per un po’ di pulizzia!
– Ecco, brava, guarda vanto sudiciume ’n terra!
– La vostra pulizzia, siete voi che vi dovete lavà!
– Perché, si puzza?!
– Eh, quarche cattivo odore si sente, a giro… Ma cel’ho io, ‘r rimedio! Ciò passato la nottata, a preparallo!
E ner di’ così la Shlain ha tirato fori un pappié e s’è messa a legge’:
“Amministrative dumilaventivattro, regole di ‘omportamento per garantì la pulizzia di tutti i candidati e candidate der Partito Demogratio dopo le spiacevoli accuse di varcosa di pòo odoroso da parte di varcuno! (…)
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