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L'editoriale - Senza peli sulla lingua

IL MOTORE DELLA CORRUZIONE

di Mario Cardinali

Povero PD! Era lì in pieno travaglio ideologico a cercar se stesso, e chiedeva in giro “Mi avete mica visto da qualche parte?”, o vai che qualcuno ha detto sì sì, t’hanno beccato dalle parti del Qatargate!

  Nemmeno il tempo di riaversi dalla meravigliata sorpresa, ed eccogli addosso sfottò e versacci, povero PD, e tutti a dirgli me la saluti ora la superiorità morale della Sinistra!

  Perché la gente è credulona, credeva ancora che ci fosse una Sinistra, non pensava che anche il PD fosse diventato un partito neoliberale di politica e d’affari, e che la mitica memoria d’un Berlinguer fosse ormai roba d’altri tempi.

  E non lo sapeva mica, la gente, che la corruzione si chiama così soltanto quando deborda dai limiti di legge e di buonsenso, come buonsenso certo non era il farsi trovare valigette piene di contanti in casa, lo sanno anche i bimbi che prima regola del cittadino almeno un poco furbo è pensare non dico proprio alle Bahamas, roba da ricchi com’è, ma a qualche nascondiglio quantomeno fuorimano, una buca in terra, tò, che lì spesso la polizia non ci trova nemmeno i morti strangolati.

  E i limiti di legge, chi gliene parla alla gente? Mica lo sanno, i comuni mortali, che anche il Parlamento Europeo è pieno di lobbisti (ce ne son dodicimila ufficialmente accreditati a Bruxelles), quella gente cioè che va a far gl’interessi delle grandi aziende produttrici specialmente d’armi, di roba alimentare e d’energia, e mica li convincono a discorsi o a mazzi di fiori i deputati che possono far certi favori… (…)

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