di Mario Cardinali
L’antefatto
A momentanea sospensione dell’infinita strage di Gaza, il 19 gennaio Israele e Hamas hanno dato inizio a un’incerta tregua, per il reciproco scambio di ostaggi da una parte e di prigionieri e/o incarcerati dall’altra. Mentre due giorni dopo l’esercito israeliano ha attaccato la città palestinese di Jenin, in Cisgiordania, dove già i coloni ebrei avevano mano libera nel distruggere a mano armata gl’insediamenti arabi.
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Pòle una demograzzia come Isdraele sopportà anche sortanto l’idea che un popolo di terroristi come i palestinesi possano riarzà la testa colla tregua a Gaza, dopo la lezione che n’ha dato l’esercito colla stella di Davide con cinquantamila morti e c’è chi dice anche settanta?
– No che ‘un pòle! – ha difatti dichiarato ‘r premie Netaniàu quando n’hanno detto guarda che rischi grosso colla tregua, a Gaza c’è sempre un fottìo di bimbi palestinesi belli vivi, tutti pelle e ossa per la fame ma respiran sempre, scampati anche alle bombe e alla mancanza di medicine pervìa dell’ospidali bombardati anche quelli, ortre alle scole fatte sartà per aria colli studenti dentro!
– Oddìo, studenti…– ha stronfiato duro Ben Gvir, ministro religioso accanito forte che a’ palestinesi ni farebbe ‘ngolà un palo e ricaàllo ‘ntero. – Sono aspiranti terroristi che ‘un aspettano artro che di cresce’ un po’ dipiù pe’ scappà dalle riserve ‘ndove finora s’erano rinchiusi per prudenza tipo Gaza e mescolassi alla zitta coll’ebrei popolo di Dio, colle bombe addosso a fa’ sartà tutto per aria, demograzzia compresa!
– Vabbene, – n’ha suggerito allora a Netaniàu varcuno de’ sua mapperò no ‘ncattivito troppo – lasciamoli perintanto cresce’ un artro po’ que’ bimbetti, si mettano anche loro ‘n galera assieme a (…)
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