Uno stupendo uccello di Valentino di ventotto centimetri quadrati di lamé rosa con grandi fiocchi alle palle e sbuffi di pelo sul didietro, seguito a ruota da una vivacissima cappella di Missoni rosso fuoco per la sera e sciacqui abbondanti la mattina, ha inaugurato con grande successo la presentazione ufficiale di “Pittifava”, prima rassegna degli uccelli per uomo firmati dai più noti stilisti italiani.
Nello splendido salone rinascimentale del celebre palazzo fiorentino, addobbato per l’occasione con le palle di Benetton di lana tutte colorate, uno scelto pubblico d’autorità e d’invitati ha potuto ammirare tutte le più belle erezioni autunno-inverno delle migliori case di moda, presenti in massa con un fottìo d’uccelli per tutti i gusti e tutte l’occasioni, dallo spensierato uccello casual per i picchenìcche sull’erba al più impegnativo ballo di gala in palle scure, o sennò con originali soluzioni miste giorno-sera.
Un tipico esempio in proposito è venuto da due genialissimi testicoli di Rocco Barocco belli inamidati la mattina e parecchio mosci la sera, mentre uno scrosciante applauso d’entusiasmo è andato all’erezione d’Anna Fendi col suo classico tocco di palle in pelle di coccodrillo a colazione e d’elefante dopocena, e un altro capriccioso uccello fantasia è stato presentato da Armani a forma di cammello con la gobba rovesciabile quando piove e la marciaddietro nelle situazioni delicate.
Gli oh di meraviglia dell’elegante pubblico a boccaperta sono poi diventati veri urli di commozione davanti alle pajette, ai drappeggi, agli strass e alle crinoline della lussuosa sfilata di Versace, ricca di palle gonfie e d’uccelli molto stretti in vita, al contrario di Fiorucci con i suoi ampi coglioni quadrettati ricascanti sul didietro e glande senza incrostazioni, soluzione questa vivamente apprezzata da parecchie gentildonne in sala.
Fra i modelli di lusso da segnalare anche un delizioso uccello ricamato a mano da Laura Biagiotti, nonché il caratteristico scroto in pelle arrossata di Gucci e lo sportivissimo modello di Giugiaro con una palla sola e vescica di due litri, frizione a parte.
Ma le meraviglie di “Pittifava” non sono finite qui. Quando tutti ormai si credevano d’aver già visto tutti gli uccelli possibili e immaginabili, e qualcuno principiava timidamente a domandare se c’era punta topa, ecco l’allegra musichetta di “Che palle, che palle, son verdi rosse e gialle” introdurre la sfilata delle tre sezioni speciali: la sezione ecologica, la sezione ministeriale e la sezione ecclesiastica.
Sicché a chi stava già per andare via gli hanno riempito gli occhi d’uccelli un’altra volta e ha potuto ancora ammirare, per la sezione ecologica, un caratteristico modello zucchino in seta verde sfrangiata con palle a pomodoro davanti e parecchio ramerino nel didietro, oltre a un singolare uccello a ciminiera con depuratore incorporato e ritratto di Pannella sul preservativo riciclato.
Molto applaudito, sempre nella sezione ecologica, anche un modello Valtellina con coglioni frananti legati in vita e un caratteristico tappo sul popò per ‘un caàssi troppo addosso.
Nella sezione ministeriale un minuscolo pipino color vecchio rosa maiale, probabilmente ispirato a a qualche vetusto sporcaccione istituzionale, ha fatto da contrappunto a più seriosi e corpulenti uccelli con cravatta sul prepuzio e classiche gonadi parlamentari in doppiopetto grigio, fra le quali spiccava un modello Visentini con due borse speciali per il 740 da una parte e ‘r tegame di su’ ma’ da quell’altra, iva compresa.
E singolarmente ministeriali erano anche due tipiche fave siciliane con la coppola in testa e le palle baffute, probabilmente alludenti alla mafia da sera. La mafia da mattina invece non aveva potuto essere presente per inderogabili impegni di governo.
Caldi e devoti applausi hanno poi salutato la sfilata della collezione ecclesiastica, caratterizzata da mistiche fave rosso cardinale in ginocchioni e palle a rosario in tutti i buchi ma con la sicura in segno d’astinenza, e per i porporati più importanti veniva presentato un pio uccello ricamato a croce con un grosso rubino sulla punta.
Ai semplici preti di parrocchia era invece riservato un più economico pipi dublefàs, per gli usi normali davanti e particolari didietro.
La festosa mondanità di “Pittifava” veniva infine conclusa dalla presentazione di alcuni modelli pretapporté, destinati al consumo più che altro popolare, il più applaudito dei quali è stato il modello cassantegrazione, spiritosamente rappresentato da un grosso uccello ‘nculo a chi gli tocca, e cordiali assensi sono andati anche all’essenziale modello per disoccupati costituito da un semplice uccello fra le mani a significare di farsi tante seghe.
Vivo interesse ha ugualmente destato il modello per gli sfrattati con due ampi sacchi scrotali in tela cerata appoggiati sull’uccello a mo’ di palo per farcisi la tenda.
La manifestazione fiorentina, seguita dalle televisioni di dugento paesi, ha suscitato grande attenzione in tutto il mondo e si prevede che la moda dell’uccello made in Itali potrà validamente contrastare l’invasione delle fave gialle giapponesi.
Mario Cardinali
dal Vernacoliere del settembre 1987