Gli ultimi onesti, quando ce ne resterà qualcuno, saranno esposti da qualche parte. E gl’insegnanti ci porteranno le scolaresche.
– Vedete quelli? Non rubavano!
– Noo?! – si stupiranno i ragazzi.
– No! E non erano neanche corrotti!
– E come facevano?!
– Eh, s’arrangiavano! Vivacchiavano fra un lavoretto e l’altro, non cercavano raccomandazioni, non imbrogliavano, non campavano sulle spalle degli altri, non intrallazzavano, non davano e non prendevano mazzette, non andavano in cuffia al mondo per il loro tornaconto, non giuravano che Cristo è morto dal sonno, non si davano alla politica, non diventavano né preti né avvocati…
– Poveracci! – barbotteranno gli alunni, e qualcuno magari si ricorderà del bisnonno, come ne aveva sentito parlare in casa, che anche lui non cercava mai di fregare nessuno, aveva voglia la su’ moglie di dirgli tutti i santi giorni svegliati, fatti furbo anche te, mangiare insegna bere, piantala di voler sempre dire quel che pensi…
E ritornati a scuola, l’insegnante completerà la lezione facendo aprire il libro di storia al capitolo primo:
«Ci fu un tempo in cui poteva capitare che, additando un passante, un uomo dicesse a un altro “Lo vedi quello? Ha fatto i quattrini!” e l’altro rispondesse “Sì, ma è un ladro!”. Venne poi il tempo in cui uno diceva “Lo vedi quello? È un ladro!”. “Sì, ma ha fatto i quattrini!” rispondeva l’altro».
– E te, – chiederà il prof al primo della classe, cosa mi dici di uno che oggi non ruba e non ha fatto i quattrini?
– Dé, che è un fallito!
E un bell’otto non glielo leverà nessuno, al primo della classe, che avrà ben studiato com’è cambiato il mondo.
Mario Cardinali