di Mario Cardinali
Allora, ‘un aveva ancora finito di scrive’ Netaniàu stronzolo sulla su’ pagina Fèisbuc, ecco la telefanata der Tribunale:
— Venga domattina, c’è subito ’r processo!
— Boia! Ho ammazzato varcuno?!
— Lei ha detto stronzolo ar primo ministro isdraeliano Netaniàu ma è troppo lungo!
— Netaniàu?
— Lo stronzolo!
— O un è lostesso?!
— No, c’è un LO di troppo, bastava stronzo!
— Ma stronzolo riempie dipiù la bocca! Noi livornesi s’allungano sempre, certe parole! Stronzolo, conigliolo, ragnolo, formìola… È per danni coraggio, a quelle povere bestie!
— Lo stronzolo ‘un è ‘na bestia!
— Lo dice lei! ‘Un l’ha visto Netaniàu come ci gode a fa’ morì di fame tutti que’ bimbini palestinesi? E quando li bombarda nell’ospedali, o sennò nelle scole e perfino nelle tende? Artro che stronzolo, quer popò di sudicio!
— Occhio, non peggiori la situazione!
— Ma la mia è satira! Sudicio per modo di dire, capace ‘nvece si lava la ‘oscenza tutte le mattine coll’acido fènio!
— A onni modo per la legge ‘r diritto di satira cià de’ limiti, presempio ‘r vilipendio, i valori fondamentali della persona, la continenza e la funzionalità delle espressioni adoperate, vale a dire bisogna adoperà parole moderate e adatte allo scopo…
— Dé, più scopo di ‘osì… Lei a Netaniàu cosa ni dirrebbe? Bravo, seguita ‘osì, finiscili d’ammazalli tutti, ti daranno ‘r premio?
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