di Mario Cardinali
Un sacco di tempo fa quella buonanima di Tito Livio ammoniva che ”dum Romae consulitur, Saguntum expugnatur”: mentre a Roma si chiacchiera, Sagunto viene espugnata.
Molti secoli dopo un adagio popolare sintetizzava col dire che “i discorsi ‘un fanno farina”.
Oggi si potrebbe contestualizzare il tutto col ricordare, sempre popolarmente, che “i politici sbavano e i prezzi aumentano”.
Il carovita galoppante, insomma. E come galoppa, mentre governanti e opposizioni seguitano a parlare, parlare, parlare… Gli uni con la prepotenza dei padroni finalmente nuovi a prendersi tutto loro oggi, gli altri con l’arroganza dei padroni che si pigliavan tutto loro ieri.
E intanto un galoppo sfrenato, quello dei prezzi, sfrenatamente incontrollato: il capitalismo in una delle sue avanzate realizzazioni più esemplari, il neoliberismo dei mercati in mano alla speculazione più selvaggia e più selvaggiamente e indisturbatamente perseguita, “è il mercato” come vera dottrina economica del capitale teso comunque alla moltiplicazione di se stesso, o farina o bombe è uguale, basta che i listini di borsa continuino a ingrassare.
E io pago!, esclamava Totò al cine, un quidam de populo, seppure assai borghese, a sintetizzare anch’egli l’essenza di questa libertà.
Come diceva quel tale? “Libertà, libertà, quanti delitti si compiono nel tuo nome!”
Ché ognuno se l’intende a modo suo, la libertà. E a suo modo intende i delitti, a suo interesse manipolando anche codici e pandette (…)
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