di Mario Cardinali
L’urtimo grosso rifornimento a’ supermercati di Gazza è arrivato dopo tutto quer marzagro all’ospidale, che lì polli e pèore e capre ‘un c’erano ma gatti sì, e anche tanti topi per mantené i gatti!
Che dice difatti all’ora der pasto i rioverati urlavano fissi ora basta, i topi no!
– O cosa vorreste, le tope?! – ni dicevano i dottori. – E ‘un ciavete vizzi!
Co’ gatti ‘nvece un po’ meglio, quelli li fanno passà per coniglioli anche ‘n Piemonte!
Ma dé, viello a di’ da noi…
– Ciccia di gatto, signora? – ti fa ‘r commesso ar supermercato. – Arrivata frescafresca da Gazza!
– No, grazzie, a me ‘r gatto mi sgraffia la gola!
Ma anche con tutta vell’artra ciccia palestinese è un lavorone, darla via! Hai voglia te di di’ che è ‘n offerta speciale, che così a bon mercato nemmeno ne’ discaunt, che è tutta roba fresca de’ macelli di Gazza dindove prima d’esse’ bombardati arrivava all’abitanti di lì per fa’ mangià loro, ma poi, dopo lo spicinìo d’isdraeliani fatto da Amàsse in Isdraele e lo spicinìo di palestinesi fatto a Gazza dall’isdraeliani, arriva a’ supermercati uropei già bella e sfragellata dalle bombe per fa’ mangià noi! (…)
Continua la lettura sul Vernacoliere in edicola
oppure abbonati su shop.vernacoliere.com