♦ Sconcertante episodio alle Poste centrali. Sorpresa a grattarsi le palle, un’impiegata ha detto non trattarsi delle sue.
La Direzione postale cerca ora di capire se le palle grattate rientravano comunque nella disponibilità della dipendente, o se qualcuno gliele aveva messe in mano senza alcun permesso.
♦ Capitato per caso in mezzo a una dimostrazione di disoccupati in piazza e come loro manganellato dalla polizia, un cittadino ha poi dimostrato che lui non era un disoccupato bensì uno statale a zonzo per i fatti suoi, ed ha ricevuto le scuse del ministro Alfano.
♦ Nel mentre sortiva tutto ignudo dalla doccia, Rocco Siffredi s’è inciampato nell’uccello, è cascato di patta e s’è rotto la testa di cazzo.
♦ A un genovese che sotto il diluvio stava smoccolando “Diopor… che tempo di merda!” è apparso Dio in persona che gli ha detto “Dé, lo fai meglio te!”
♦ Grave episodio d’indisciplina nella locale caserma dei carabinieri. Alla terza volta che lo sentiva dire “il capitano è una testa di cazzo”, il capitano stesso ha messo un appuntato in cella di rigore, urlandogli “o vediamo se la smetti!”.
Recatosi dopo una settimana a guardare dallo spioncino, il capitano ha visto l’appuntato con l’uccello in mano, al quale aveva legato uno spago, fissato all’altra estremità al cucchiaio del rancio. E col cucchiaio all’orecchio l’appuntato andava ripetendo come un mantra “Pronto? Parlo col capitano?… Pronto, parlo col capitano?”.
Recatosi dal colonnello a chiedere cosa fare, il capitano s’è sentito dire “intanto gli risponda, poi si vede!”
♦ Licenziato senza preavviso, un operaio è ritornato a casa sorprendendo la moglie con un tizio a letto. Fuggito disperato, ha incontrato per la strada la giovane figlia che si bucava, e più in là il figlioletto che lo bucavano. “Ma m’importa una sega!” s’è messo a urlare il poveretto a quel punto, in un inspiegabile stato d’euforia. E mentre un’ambulanza lo portava via, ha anche gridato “Forza Renzi, pensaci te!”