di Mario Cardinali
Gli eventi incalzano, la democrazia s’allarma. E mezzomondo freme d’incertezza fosca, a saper di Draghi che ha fatto le valigie.
Draghi, mica Badarbùo. Il grande banchiere venuto dal cielo a miracol mostrare, il divino autocrate finanziario fattosi premier per mattarelliana investitura, a governare tutto o quasi tutto lui, o così o pomi sennò addio grande ammucchiata di destre e di sinistre (oddìo, sinistre, si fa per capirci, via) emergenzialmente intesa a garantire le poltrone a tutti. Incapaci e inetti compresi, e anche variamente pregiudicati come d’italico costume. E tanta gente anche di loggia e/o di cosca, oltre che di partito e di quant’altra democratica frammentazione caratterizza la rappresentanza sociopolitica nazionale. Tutti buoni e zitti, c’è da guarire e da mangiar per tutti.
Ché solo il Covid e i miliardi del Pnrr (il famoso Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, dove la ripresa è quella dei quattrini da parte dei soliti prenditori e la resilienza sta a indicare la capacità dei soliti cittadini di sopportare anche questa nuova gigantesca rinculata) potevano e dovevano eccezionalmente spiegare tanta supina acquiescenza ai diktat del Gran Capo, infine però disattesi da un’iconoclasta apostasia dei Cinquestelle, quelli almeno rimasti dopo la fideistica scissione di Di Maio.
Ed ecco la crisi “incredibile” in questi tempi bui, a rendere incerta financo l’incessante fornitura d’armi all’Ucraina, la guerra santa che non abbia a cessare mai, Biden richiedente a Nato armata. Con gl’immancabili mercati a osservare inquieti quest’Italia folle, e le borse a lamentare di non potersi riempir tranquille con la solita speculazione finanziaria.
Né tranquilli sono quei sette-otto milioni di “poveri assoluti” – come ora il bon ton chiama i poveracci che muoiono di fame o magari ci provano, aizzati anch’essi da chi vuol comunque seminar casino e dispiacere tanto a Letta, uomo d’ordine perbene a capo d’un partito di nuovi padroncini che in Draghi ci sperava e ci spera ancora tanto –, i soliti disgraziati insomma abituati a far la fila quotidiana alle mense della carità cristiana e d’altre pietose associazioni, tutta gente che ora pensa stai a vedere che con le dimissioni di Draghi ‘un si mangia più nemmeno noi (…)
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