di Mario Cardinali
Il 28 marzo 1997, al culmine d’un’annosa serie di sbarchi sulle coste pugliesi di migliaia di fuggitivi da un’Albania nel caos dopo la fine del comunismo in Russia, nel canale d’Otranto una vecchia piccola imbarcazione stracarica d’un’altra caterva di quei disgraziati, donne e bambini soprattutto, andò a fondo nella collisione con la corvetta Sibilia della Marina militare italiana, incaricata con altre unità di bloccare comunque l’esodo albanese.
108 di quegli “straccioni” – come venivano comunemente definiti in quell’Italia guidata dal governo Prodi – sparirono sott’acqua, su 142 a bordo. Fu una vera e propria strage d’innocenti (…)
Continua la lettura sul Vernacoliere in edicola oppure abbonati su shop.vernacoliere.com