di Mario Cardinali
È stato propio lì, ner momento di quella popò di cenciata elettorale in Toscana, che Sarvini s’è sentito abbandonato dar Cèlo! Lui che tirava fori fisso ‘r rosario in tutti i su’ comizzi, lui che ‘nvocava onni due per tre ‘r sacrocore di Gesù e ‘r core ‘mmacolato di Maria, lui che si sentiva scerto da Dio per sarvà l‘Italia dall’invasione mussurmana, eccolo ora sconfitto propio ner momento della prova decisiva, la conquista di quella Toscana rossa (per modo di dire, ma bastava dillo per evocare i cosacchi a cavallo ner Domo di Firenze) che pareva oramai una cosa fatta!
E di chi la corpa, se non der Cèlo? Ché sortanto ‘r Celo poteva oramai ‘mpedire a Sarvini di pigliassi tutta la Toscana, dop’avé già preso Pisa e quarc’artro posto che prima era comunista! Una Toscana’ndove anche un fottìo d’operai un tempo di sinistra ora votano Lega, ‘ndove i neri li tingerebbero volentieri di bianco in tanti, una Toscana ‘ndove una tipa sciapita come la Ceccardi pareva Giovanna d’Arco davanti a un Giani più ‘nsignifiante che ‘ncaarellito, èchisse socialista com’è ma senza Crassi, un demogristiano senza Andreotti, un renziano con Renzi che oramai ‘un conta più ‘na sega…
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