di Mario Cardinali
Da una parte la grande carenza di mascherine a protezione dal Coronavirus, dall’altra la grande italica abbondanza di persone e personaggi con la ghigna a culo, ovvero, come ben definisce l’Accademia della Crusca, «con volto incupito o comunque emanante particolare antipatia, a Livorno detto anche “faccia ‘ndigesta” nella versione più colta, oppure “ghigna a culo rovesciato” laddove se ne voglia volgarmente sottolineare l’aria di stufatissima irritazione o di tracimante rottura di coglioni».
E proprio da tale singolare concomitanza nasce ora il nuovo DPCM (decreto del presidente del consiglio dei ministri) che col convinto placet dell’Istituto Superiore di Sanità autorizza per le ghigne a culo l’uso di mutande come mascherine. Abbondantissime le une, rarissime le altre, a compensarsi in utilissima fusione…
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