di Mario Cardinali
Lasciatemi dire, vi prego.
Non parlo per me, per i miei interessi o per i miei ideali. Ho 87 anni, aspetto anch’io ormai l’ultimo viaggio, non cerco biglietti di favore né comunque benedetti.
Parlo per lo sdegno, per l’orrore, per la rabbia umana che mi salgon dallo stomaco alla bocca, che m’arrovellano la mente e me ne tolgono il sonno.
Parlo contro i decisori della nostra ultima morte. La guerra finale, l’ultima apocalisse nucleare che giorno per giorno ci stanno preparando, la preparano ai nostri figli e intanto ce ne imbibiscono sempre più anima e cervello, come già ce l’hanno imbevuto di sanremi e di pubblicità.
Un discorso oggi e uno domani, un po’ di chiacchiere sempre più allusive nei talk show, articoli di giornali manovrati e dichiarazioni sempre più fitte di capi di stato e di addetti all’allarme programmato, a renderci abituale il concetto dell’apocalisse, quasi una normale necessità non solo per gl’imperi russo e americano ma anche per l’Europa di Macron e della Von der Leyen, della riarmata Germania e dell’Inghilterra tornata alle nostalgie colonialiste, con echi minacciosi, seppur smentiti con pudore risentito, anche in quest’Italia al guinzaglio delle stelle e strisce.
Finché arriverà quel giorno, quasi fatale a forza anche d’evocarlo, e sarà la fine annunciata dell’umanità.
L’olocausto nucleare, la fiammata che c’incenerisce tutti.
Maledetti!
Maledetti i decisori di guerre, maledetti i fautori di massacri, maledetti i fabbricanti d’armi e chi alla corte loro se n’arricchisce a sfare, maledetti i tronfi condottieri nelle loro alte e basse sfere, maledette le multinazionali di morte e distruzione, maledetto chi gli tien mano e se la riempie dei complici compensi!
Ma non hanno costoro dei figli, dei nipoti cui promettere la vita, non hanno famiglie cui assicurare amore protettivo, non li riscalda speranza di futuro per chi s’affida a loro?
E mi chiedo, nello sdegno rabbioso, perché nessuno intanto si ribelli, perché la società civile non reclami forte il suo diritto alla vita, perché non urli basta!
Ma lo grida il Papa, già, e allora magari basterà pregare, ché le preghiere han sempre consolato i milioni di vittime d’ogni guerra, e magari basterà chieder di trattare, fra le parti oggi in conflitto, e aspettare che i padroni delle nostre vite abbiano più interesse a sedersi nella trattativa che a continuare nella logica delle armi e dei loro profitti smisurati.
Eppure immaginiamoli, costoro, a vederci infine insorgere compatti, principiando magari a scioperare in incalzanti ondate, a non pagar le tasse, a non votare chi ci dicon loro, a non comprare ciò che loro vogliono affibbiarci…
Disubbidienza civile, dove sei?
E dove sei, obiezione di coscienza, un tempo educatrice al rifiuto delle armi? Dove sei, cervello umano, che ora t’acqueti nell’ira della vita agra, appena ti minacciano di toglierti il pallone e financo il telefonino?
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